Momenti

La prima notte rosa a Mesero

Posted by on 21:07 in Dal 2000, Momenti | 0 comments

Una novità senza ombra di dubbio. Mesero aveva già visto due notti bianche che avevano dato grandi soddisfazioni e, per questo, molti erano titubanti sulla buona riuscita di questa nuova sfida, ma fortunatamente anche i più scettici si sono dovuti ricredere, perchè la notte rosa del 30 agosto 2014è stata veramente spettacolare!

Bancarelle, feste a tema nei locali, musica, tanta musica e soprattutto tanti artisti di strada, hanno animato le vie del paese che si sono gremite di persone del paese e anche di fuori.

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Molti gli spettacoli che hanno lasciato il segno, ma uno su tutti: l’esibizione della Drum Dance Woman Company. Un altro momento indimenticabile è stato quello del lancio delle lanterne.

Volete aiutarci a creare un bell’album fotografico dell’evento? Inviateci le vostre foto a info@meserodaricordare!

 

 

La Leva – Foto gallery negli anni

Posted by on 13:15 in Momenti | 0 comments

Il militare obbligatorio ormai non esiste più. Un tempo però tutti i maschi, arrivati ai diciotto anni dovevano “scontrarsi” con la realtà della leva. C’era chi accettava di buon grado e chi, pur di non farlo, si inventava qualsiasi cosa. Per smorzare un po’ l’ansia della partenza era tradizione girare per le case del paese e chiedere un’ offerta, che sarebbe servita per brindare alla nuova esperienza.

Con gli anni la tradizione di girare per le case si è modificata e ha coinvolto anche le ragazze. In primavera si costruiva un carro (come quelli del carnevale) tutto addobbato e si facevano stampare i manifesti con scritto “W il 19..”. Tutti con la maglietta bianca e il foulard tricolore al collo si andava per le case, si fermavano le macchine al semaforo e si raccoglievano i soldi che sarebbero serviti per andare tutti a cena fuori e poi a ballare insieme.

Nonostante la parola “coscritti” significhi “uomo iscritto tra i nuovi soldati e chiamato a ciò” la tradizione ha voluto che lo stesso termine venisse utilizzato per tutti, maschi e femmine, e che la leva diventasse sinonimo di festa e allegria.

Di seguito una raccolta di immagini delle leve negli anni. Per ora le foto non sono molte ma chiunque volesse partecipare inviandoci quella della propria leva ci aiuterebbe a renderlo un album completo. L’indirizzo a cui potete spedirle è info@meserodaricordare.it

 

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Leva 1926

 

 

La “Fattoria” del mio nonno Gin

Posted by on 10:34 in Momenti, Tanti anni fa | 0 comments

Mi presento: sono Marisa Valenti.

Vi voglio far rivivere un pezzo di storia contadina di Mesero, fine anni ’50.

Sembra un altro mondo ma tutto sommato sono passati poco più di 50 anni.

Adesso la vita è completamente diversa ma i ricordi dolci di quei tempi sono piacevolmente impressi nella mia memoria.

La “fattoria” a Mesero si chiamava cascina.

La Via Silvio Pellico non aveva nome, era una strada di campagna con tre cascine. In fondo a destra c’era quella del mio nonno Gin (Luigi Valenti) e io sono nata lì.

Adesso è ristrutturata e ci abita mio cugino.

Ai lati della strada c’erano le piante di robinie, fitte e in alcuni punti, in alto, si toccavano e il sole d’estate faceva fatica a passare. Sembrava di entrare nel bosco delle favole.

Ricordo la casa: la cucina grande al piano terra, la camera sopra, in mezzo la scala che portava al piano superiore e a destra altrettanto, dove abitavo io, mia sorella e i miei genitori.

Sulla sinistra c’era la stalla con la mucca che faceva il latte, e il vitello; più in là una stanza che fungeva da magazzino. Sopra c’era il fienile e un grande porticato dove in autunno, tutti seduti in cerchio, sfogliavamo il granoturco.

C’era il pollaio con le galline, i conigli e i tacchini. All’esterno l’orto e tante piante da frutto.

Al centro un bel cortile e a sinistra l’aia, dove si metteva il granoturco a seccare al sole. Qualche volta, su nostra insistenza, anche noi bambini partecipavamo alla vita della fattoria e a piedi nudi facevamo le strisce nel granoturco che servivano per girarlo e farlo seccare meglio. Che bellezza!

Intorno e dietro alla cascina c’erano i campi.

Il campo qui a Mesero si chiamava “a vigna”. Oltre a coltivare il frumento, il granoturco, l’erba che poi seccata diventava fieno per gli animali, tra un  campo e l’altro c’erano i filari di uva, bianca e nera,  e in autunno si raccoglieva e si pigiava con i piedi per ricavarne il vino.

Il vino era il “baragioeu” alla francese, e serviva per la famiglia durante tutto l’anno.

Per quanto riguarda il vino ho un ricordo in particolare.

Dopo la vendemmia, succedeva che per una settimana si facevano le pulizie generali, dentro e fuori casa, perché a un giorno stabilito arrivavano le Suore e il Parroco di allora che era Don Giuseppe Airaghi.

Io mi rivedo che mi nascondo dietro le gonne della mia nonna Tuna (Fortunata Garavaglia) nel vedere le Suore entrare dal cancello.

Era una visita di cortesia e alla fine al Parroco venivano donate delle bottiglie di vino bianco, “senza una goccia d’acqua” diceva il mio nonno Gin, perché dovevano servire per celebrare la Messa.

 

di Marisa Valenti

Un, due, tre, stella … alla scuola elementare

Posted by on 12:24 in Anni 80, Momenti | 0 comments

Tutte le mattine accompagno mio figlio a scuola elementare… quella che è stata anche la mia scuola elementare e tanti ricordi affiorano alla mente.

Anche noi, come i bambini di adesso, aspettavamo con i nostri genitori e nonni, che suonasse la campanella e che si aprisse il cancello per poi, di corsa, dirigersi in classe per iniziare la giornata.

via delle scuole elementari

Tante sono le cose e le persone che ricordo con nostalgia…

La bidelleria, dietro alla porta saloon, dove Teresa e Lucia ci provavano la febbre quando non stavamo bene o dove andavamo a cercarle per farci fare una fotocopia (talvolta denominata anche ciclostilato…); il telefono con il lucchetto vicino all’ultima classe prima della bidelleria dove c’era anche il registro delle presenze degli insegnanti.

Ricordo con piacere non solo i compagni di classe ma tutti gli alunni della scuola ed anche le maestre: la sig.ra Versetti, che insegnava anche alla mia mamma; la sig.ra Maschi, la sig.ra Gaspani, la sig.ra Barbieri (di Mesero), la sig.ra Garanzini, la sig.ra Cavicchioli aiutata dalla sig.ra Di Montegnacco, la sig.ra Gallazzi..e ancora la sig.ra Annalisa, la sig.ra Rosy, la sig.ra Loretta e soprattutto… la mia maestra Giulia Pisoni.

La sig.ra Giulia era una persona “furesta” come si dice in quel di Mesero… arrivava da Inveruno! Era una persona speciale… quando arrivava al mattino aveva il privilegio di parcheggiare sempre al primo posto, la vedevi dalla finestra con i suoi occhiali grandi, la gonna a tre quarti, giaccone e cappello di lana sempre nei toni del marrone con addosso un profumo particolare di noce moscata e garofano… e, appena entrava in classe, la salutavamo con un fragoroso “BUONGIORNO”.

Ci insegnava tutte le materie: matematica, italiano, scienze e perfino religione e musica… era il nostro punto di riferimento. Aveva un insegnamento molto rigido a volte arrivava perfino a controllarci il collo e le orecchie se erano puliti (altro che la privacy dei nostri giorni!) e dovevamo arrivare a scuola impeccabili con il grembiule nero, colletto bianco e fiocco rosa per le bambine e blusa nera, colletto bianco e fiocco blu per i bambini. La maggior parte di noi entrava in classe con il fiocco fatto in maniera perfetta ma al rientro a casa era sgualcito. Solo in rari momenti sapeva coccolarci, come ad esempio nel giorno del proprio compleanno apriva il suo grande armadio dietro alla cattedra pieno di tantissime cose (gessetti, matite, pennarelli, quaderni, cancelleria persa, vasi ecc…), ci faceva scegliere un bigliettino di auguri e poi ci scriveva una dedica e noi eravamo super contenti.

Quando suonava la campanella della ricreazione mangiavamo la nostra merendina oppure c’erano i giorni della merenda organizzata dal comune e potevamo scegliere tra yogurt e latte… ma quando si dimenticava la merenda a casa la maestra Giulia ci donava alcuni dei suoi biscotti “misura”… teneva sempre una scorta nell’armadio…

La nostra classe era sempre la prima ad uscire nell’atrio per giocare durante l’intervallo ed era sempre l’ultima a rientrare in classe dopo il suono della campanella. Giocavamo all’ingresso ad UN DUE TRE STELLA tutti insieme… La maestra Giulia aveva un bel rapporto di amicizia con la maestra Cavicchioli, si fermavano tutto il tempo della ricreazione a parlare vicino alla porta della classe fino a quando era il momento di ricominciare la lezione. Nelle belle giornate di primavera, soprattutto dopo aver consumato il pranzo, o a casa o nella mensa alla Casa di Riposo, si usciva in cortile e noi femmine, con le alunne della altre classi, giocavamo tutte insieme alla “casetta”. Ci si trovava vicino al grande albero (vicino alla cabina elettrica) e si raccoglievano legnetti, sassi, bacche verdi che ricordo ti lasciavano in mano uno strano profumo di menta. Facevamo polpette con la terra umida… sognavamo di avere già una nostra casa, sognavamo di essere già grandi… Oppure si faceva il giro “nel labirinto” intorno alla scuola elementare e si prendevano tante sgridate dalle maestre…

Ingresso Scuole elementari

Il pomeriggio, tornati in classe, ci univano con un’altra sezione e insieme facevamo i compiti che ci venivano assegnati al mattino oppure, aiutati dalla maestra Flavia o dalla Loretta, si facevano i lavoretti per il Natale, la Pasqua, la festa della mamma o del papà e così via…. La cosa più divertente era quando la maestra ci dava indicazioni per andare al piano inferiore dove c’era la palestra, a recuperare il materiale terminato (fogli di cartapesta, colla ecc…). Si scendevano le scale ed era sempre tutto buio, si incrociavano sempre altri alunni che immancabilmente ti facevano impaurire, e una volta arrivati al piano terra c’era la possibilità di “incrociare lo sguardo” dello scheletro Filippo, che si utilizzava durante le lezioni di scienze.

La nostra classe era molto organizzata: grandi finestre che davano sulla via principale e noi, molte volte, ci distraevamo per vedere chi passava; sulle pareti c’erano cartine di ogni genere, Italia Fisica, Europa Politica, le lettere dell’alfabeto ecc… i banchi di legno ricoperti di plastica verde con ancora il posto per i calamai che usavano i nostri genitori, il pezzo superiore nero dove di solito ci appoggiavamo la cancelleria; la lavagna nera girevole, i gessetti bianchi e a volte anche quelli colorati e il crocefisso appeso dietro alla cattedra. La cosa che ci distingueva da tutte le altre classi erano gli animali sotto spirito come serpenti, topi ecc… che la maestra Giulia custodiva sulle mensole dietro alla lavagna… a volte mi chiedo che fine avranno fatto!

A volte si desiderava anche che la propria maestra, anche solo per un’ora, si assentasse così arrivava la maestra dell’altra classe o la bidella per “dividerci”… ognuno con la sua sedia veniva assegnata ad una classe, chi voleva andare in una classe particolare, perché c’era suo fratello o sua sorella, chi invece voleva stare con la sua amica e chi voleva andare nella classe del ragazzino che gli piaceva perché aveva una “cotta”…

E chi si dimentica i canti che insegnava la maestra Giulia a tutti gli alunni della scuola? In occasioni particolari ci ritrovavamo tutti insieme all’ingresso della scuola, tutti seduti davanti al suo pianoforte marrone a cantare canzoni come “il Piave mormorava calmo e placido al passaggio…” mentre lei teneva il ritmo e ci dava l’ok per partire intonati.
Capitava che alcune mie compagne, che avevano il giardino, portavano dei fiori alla maestra Giulia e lei prontamente li metteva nel vaso sull’armadio di fianco alla cattedra.

Mi ricordo l’uscita didattica presso le cascine di Mesero per vedere mungere il latte e poi berlo; la gita al “Parco della Preistoria” con il tipico “pranzo al sacco” e lo scambio di merendine tra noi alunni e il classico spettacolo dei burattini che veniva allestito a scuola, generalmente nel periodo di carnevale… E che dire quando alle 16.30 suonava la campanella per ritornare a casa, eravamo tutti felice perché speranzosi di tornare a scuola il giorno dopo…
Alla fine della quinta elementare c’era il temutissimo esame finale, era il nostro primo esame!
Dopo una prima parte di scritto (il mini pensierino per italiano e il problema per matematica), le maestre delle altre classi ci interrogavano su tutte le materie per poi decidere il voto con cui si veniva ammessi alle scuole medie… quale traguardo la classe 1^ media!

Nello scrivere il mio post per “Mesero da Ricordare” mi sono molto commossa nel pensare e rivivere, seppur solo con la mente, tutti gli avvenimenti, le emozioni e le sensazioni vissute. Alcune persone, come la cara maestra Giulia, non sono più tra noi ma è bello farle rivivere in questi miei ricordi…
Quando inizi la prima elementare pensi che tutto sia così lontano ma pian piano gli anni passano e ti rendi conto che sono i tuoi figli ormai a vivere le emozioni e le sensazioni che diventeranno poi ricordi da tenere stretti!!!

Silvia Garavaglia ‘79

I Rokes e Shel Shapiro a Mesero

Posted by on 23:59 in Momenti, Tanti anni fa | 0 comments

Nella via Roma di Mesero i Rokes e Shel Shapiro girarono la sigla del programma “Ciao Mamma“…era il 1968.

 

La canzone era questa:

ROKES Qui non c’è nessuno 7″ BEAT SIGLA TV SHEL SHAPIRO

 

Scrivono Nanda Garavaglia “Sì che mi ricordo, ad inseguirli con la bicicletta da via Roma al piattello…..”

e Ruggero Berra “Mi ricordo benissimo, all’Euro si sono fermati a bere e chiaccherare. Ricordo che la partenza era da Villa Magnaghi verso via Roma e la Piazza. Le vie sembravano deserte perché la gente preparata era nascosta nei cortili e nelle vie laterali e dopo il loro passaggio usciva di corsa e si univa.

 

 

Arcobaleno di ricordi dall’ oratorio feriale

Posted by on 17:58 in Anni 80, Anni 90, Momenti | 1 comment

Di seguito un bellissimo contributo di Silvia Garavaglia che ci racconta i bei momenti passati all’ oratorio feriale:

 

Una mattina come tante altre mentre bevo il caffè guardo i titoli dei giornali e curioso il mio profilo facebook….e trovo un invito “sei di Mesero se…” …”ah no”…mi dico…”io sono andata via da un bel po’ di anni …che vuoi che scriva”…. Chiudo il link e continuo a leggere …ma non sono concentrata….no…la mia mente vuole assolutamente tornare indietro …e mi costringe a pensare…a ricordare…e in un vortice di scoordinati ricordi cominciano a delinearsi volti…voci…e sensazioni.

 

Allora ci provo…” ma sì quello schiaffo…ma certo mi sono presa uno schiaffo da Don Claudio”…e tanti di noi se lo erano presi…e le guancie, le guancie che tirava… Riapro la pagina e scrivo “Sei di Mesero se ti sei preso almeno una volta uno “SBERLONE ” da Don Claudio”. Oramai è fatta…la mia mente ha raggiunto il suo scopo…comincio a ricordare e come in un sogno appaiono episodi, sensazioni, colori…quattro in particolare giallo, rosso, blu e verde.

 

Mi vedo piccina quando all’oratorio feriale i più grandi si occupavano di noi e s’inventavano tanti giochi per farci divertire il pomeriggio, tutto sotto la guida attenta di Suor Rosetta, Suor Giulia e di Don Claudio. Quattro squadre che si combattevano per vincere un premio – Non è che la Rowling si è ispirata a noi?-  Quattro colori a cui venivamo assegnati e poi quella, per quattro settimane, diventava la nostra ragione di vita….

 

E cominciava la meravigliosa routine estiva: al mattino incontro al santuario…preghiera mattutina e avvisi per il pomeriggio e giovedì la messa. Le canzoni suonate da Andrea Cardani con la chitarra…e le nostre voci tutte insieme: riuscivamo a svegliare perfino i topolini che scorazzavano di fianco a noi tra una panca e l’altra!! Immagino ora da mamma che emozione doveva essere per tutti gli adulti e per i nostri educatori sentirci…e allora penso…”chissà se Don Claudio ancora, ci “sente”…quando pensa a noi”….perché sì pensa ancora a noi, di sicuro!

 

Finito l’incontro, gli avvisi per il pomeriggio e tutti a casa a pranzo, per ritornare poi nel pomeriggio i maschi all’oratorio maschile e noi ragazze al femminile.  Alle due i cancelli erano aperti e per mezz’ora eravamo un’unica entità ….si giocava tutte insieme con la corda, al gioco dell’elastico, sulle altalene, lo scivolo…si cavolo mentre scrivo mi appare come un fulmine ….lo scivolo enorme …io me lo ricordo altissimo ….e noi li in fila per salire.

 

Un altro ricordo appare: noi piccine a farci coccolare dalle animatrici più grandi, che mistero erano per noi le animatrici grandi che voglia avevamo di essere come loro di diventare anche noi loro….un giorno…che fretta avevamo di crescere. Oggi come vorrei tornare ad essere parte di una squadra..i gialli vorrei essere dei gialli!!!

 

Ma torniamo alle 14:30 di quei pomeriggi estivi..a quell’ora ci si ramificava in quattro squadre, nel salone dell’oratorio partivano le prime attività ..poi preghiera, merenda e nel pomeriggio fuori a giocare…. Mille attività …mi ricordo che c’erano giochi diversi per le bimbe delle elementari e delle medie e un ricordo su tutti fra mille sensazioni: palla battaglia! Si combatteva come delle leonesse …e poi la cosa più bella era prendere la palla dell’avversario al volo…eliminare un concorrente e salvare una tua compagna di squadra…a quel punto eri felice come se avessi vinto l’oro olimpico.

 

E poi arrivava il mitico giorno della settimana in cui si giocava a Castellone tutte insieme medie elementari…le piccine “formavano” la difesa della bandiera e le grandi facevano “attacchi” sia per catturare le avversarie sia per cercare di recuperare la bandiera e per fare delle incursioni a “salvare” le compagne di squadra bloccate, imprigionate…soprattutto quella che aveva la bandiera per riportarla nel proprio campo. Tutte noi avevamo il nostro ruolo…..ed era una sensazione bellissima: difficile da descrivere ma sembrava di vivere un momento di fondamentale importanza!!! Poi alle sei arrivava Don Claudio tutte e quattro le squadre in fila, in attesa: si leggevano i punteggi! Poi preghiera e …stanche e felici a casa.

 

E così cinque anni di elementari passano felici e durante i tre anni di medie ….si aggiunge un ricordo.. il pomeriggio in piscina!!!! E quelle maledettissime nuvole che si addensavano poco prima delle due …e la voce di mio papà a noi amiche “ma non preoccupatevi sono le nuvole di mezzogiorno” per fortuna molte volte ha avuto ragione altre no…ma forse adesso rimettendo in ordine i ricordi, la cosa più bella del pomeriggio in piscina era che ci andavamo in bicicletta…a Magenta prima e a Corbetta poi…con il Don davanti che ci guidava…e noi tutti in fila come un lungo serpente.

 

Con l’inizio della quarta e ultima settimana si cominciavano già ad avvertire i primi segni di malinconia …che venivano presto scacciati dall’euforia per l’imminente “caccia al tesoro” per le vie del paese. Che bella cosa era! In quel giorno piccoli, medie, animatori e gente del paese, partecipavamo tutti insieme alla ricerca del tesoro.

 

Poi la sera la grande conclusione dell’oratorio feriale con lo spettacolo finale e i balletti così pazientemente preparati …..fino alle premiazioni della squadra vincitrice!!!

 

 

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Così spensierate sono passate otto estati …e poi è arrivato il momento di fare le animatrici….tanto impegno e belle soddisfazioni. Essere i punti di riferimento per le piccole …aiutarle, coccolarle, farle contente e guidarle …tutti questi piccoli e grandi impegni ci hanno aiutato a crescere!

 

Potrei scrivere altre mille cose, c’è così tanto da ricordare, ma il tempo stringe e forse un’altra volta…il caffè si è raffreddato e la vita quotidiana mi richiama all’ordine e procede frettolosamente. Ma prima di chiudere scrivo un’altra cosa: “Sei di Mesero se… seguendo il sentiero della tua vita almeno una volta NE HAI AVUTO NOSTALGIA…”.  Sì perché siamo diventati grandi, siamo andati lontano abbiamo creato una famiglia forse con residenza altrove ma quello che ci portiamo dentro abbiamo incominciato a costruirlo lì, in quei saloni in quei cortili con il sorriso di quelle persone simbolo della nostra infanzia e di altre che magari sono confuse nei ricordi ma che si sono e contribuiscono a farci essere quello che siamo e che diventeremo.

 

di Silvia Garavaglia 1975

 

Un grazie grandissimo a Silvia da “Mesero da Ricordare”!