Tutte le mattine accompagno mio figlio a scuola elementare… quella che è stata anche la mia scuola elementare e tanti ricordi affiorano alla mente.
Anche noi, come i bambini di adesso, aspettavamo con i nostri genitori e nonni, che suonasse la campanella e che si aprisse il cancello per poi, di corsa, dirigersi in classe per iniziare la giornata.
Tante sono le cose e le persone che ricordo con nostalgia…
La bidelleria, dietro alla porta saloon, dove Teresa e Lucia ci provavano la febbre quando non stavamo bene o dove andavamo a cercarle per farci fare una fotocopia (talvolta denominata anche ciclostilato…); il telefono con il lucchetto vicino all’ultima classe prima della bidelleria dove c’era anche il registro delle presenze degli insegnanti.
Ricordo con piacere non solo i compagni di classe ma tutti gli alunni della scuola ed anche le maestre: la sig.ra Versetti, che insegnava anche alla mia mamma; la sig.ra Maschi, la sig.ra Gaspani, la sig.ra Barbieri (di Mesero), la sig.ra Garanzini, la sig.ra Cavicchioli aiutata dalla sig.ra Di Montegnacco, la sig.ra Gallazzi..e ancora la sig.ra Annalisa, la sig.ra Rosy, la sig.ra Loretta e soprattutto… la mia maestra Giulia Pisoni.
La sig.ra Giulia era una persona “furesta” come si dice in quel di Mesero… arrivava da Inveruno! Era una persona speciale… quando arrivava al mattino aveva il privilegio di parcheggiare sempre al primo posto, la vedevi dalla finestra con i suoi occhiali grandi, la gonna a tre quarti, giaccone e cappello di lana sempre nei toni del marrone con addosso un profumo particolare di noce moscata e garofano… e, appena entrava in classe, la salutavamo con un fragoroso “BUONGIORNO”.
Ci insegnava tutte le materie: matematica, italiano, scienze e perfino religione e musica… era il nostro punto di riferimento. Aveva un insegnamento molto rigido a volte arrivava perfino a controllarci il collo e le orecchie se erano puliti (altro che la privacy dei nostri giorni!) e dovevamo arrivare a scuola impeccabili con il grembiule nero, colletto bianco e fiocco rosa per le bambine e blusa nera, colletto bianco e fiocco blu per i bambini. La maggior parte di noi entrava in classe con il fiocco fatto in maniera perfetta ma al rientro a casa era sgualcito. Solo in rari momenti sapeva coccolarci, come ad esempio nel giorno del proprio compleanno apriva il suo grande armadio dietro alla cattedra pieno di tantissime cose (gessetti, matite, pennarelli, quaderni, cancelleria persa, vasi ecc…), ci faceva scegliere un bigliettino di auguri e poi ci scriveva una dedica e noi eravamo super contenti.
Quando suonava la campanella della ricreazione mangiavamo la nostra merendina oppure c’erano i giorni della merenda organizzata dal comune e potevamo scegliere tra yogurt e latte… ma quando si dimenticava la merenda a casa la maestra Giulia ci donava alcuni dei suoi biscotti “misura”… teneva sempre una scorta nell’armadio…
La nostra classe era sempre la prima ad uscire nell’atrio per giocare durante l’intervallo ed era sempre l’ultima a rientrare in classe dopo il suono della campanella. Giocavamo all’ingresso ad UN DUE TRE STELLA tutti insieme… La maestra Giulia aveva un bel rapporto di amicizia con la maestra Cavicchioli, si fermavano tutto il tempo della ricreazione a parlare vicino alla porta della classe fino a quando era il momento di ricominciare la lezione. Nelle belle giornate di primavera, soprattutto dopo aver consumato il pranzo, o a casa o nella mensa alla Casa di Riposo, si usciva in cortile e noi femmine, con le alunne della altre classi, giocavamo tutte insieme alla “casetta”. Ci si trovava vicino al grande albero (vicino alla cabina elettrica) e si raccoglievano legnetti, sassi, bacche verdi che ricordo ti lasciavano in mano uno strano profumo di menta. Facevamo polpette con la terra umida… sognavamo di avere già una nostra casa, sognavamo di essere già grandi… Oppure si faceva il giro “nel labirinto” intorno alla scuola elementare e si prendevano tante sgridate dalle maestre…
Il pomeriggio, tornati in classe, ci univano con un’altra sezione e insieme facevamo i compiti che ci venivano assegnati al mattino oppure, aiutati dalla maestra Flavia o dalla Loretta, si facevano i lavoretti per il Natale, la Pasqua, la festa della mamma o del papà e così via…. La cosa più divertente era quando la maestra ci dava indicazioni per andare al piano inferiore dove c’era la palestra, a recuperare il materiale terminato (fogli di cartapesta, colla ecc…). Si scendevano le scale ed era sempre tutto buio, si incrociavano sempre altri alunni che immancabilmente ti facevano impaurire, e una volta arrivati al piano terra c’era la possibilità di “incrociare lo sguardo” dello scheletro Filippo, che si utilizzava durante le lezioni di scienze.
La nostra classe era molto organizzata: grandi finestre che davano sulla via principale e noi, molte volte, ci distraevamo per vedere chi passava; sulle pareti c’erano cartine di ogni genere, Italia Fisica, Europa Politica, le lettere dell’alfabeto ecc… i banchi di legno ricoperti di plastica verde con ancora il posto per i calamai che usavano i nostri genitori, il pezzo superiore nero dove di solito ci appoggiavamo la cancelleria; la lavagna nera girevole, i gessetti bianchi e a volte anche quelli colorati e il crocefisso appeso dietro alla cattedra. La cosa che ci distingueva da tutte le altre classi erano gli animali sotto spirito come serpenti, topi ecc… che la maestra Giulia custodiva sulle mensole dietro alla lavagna… a volte mi chiedo che fine avranno fatto!
A volte si desiderava anche che la propria maestra, anche solo per un’ora, si assentasse così arrivava la maestra dell’altra classe o la bidella per “dividerci”… ognuno con la sua sedia veniva assegnata ad una classe, chi voleva andare in una classe particolare, perché c’era suo fratello o sua sorella, chi invece voleva stare con la sua amica e chi voleva andare nella classe del ragazzino che gli piaceva perché aveva una “cotta”…
E chi si dimentica i canti che insegnava la maestra Giulia a tutti gli alunni della scuola? In occasioni particolari ci ritrovavamo tutti insieme all’ingresso della scuola, tutti seduti davanti al suo pianoforte marrone a cantare canzoni come “il Piave mormorava calmo e placido al passaggio…” mentre lei teneva il ritmo e ci dava l’ok per partire intonati.
Capitava che alcune mie compagne, che avevano il giardino, portavano dei fiori alla maestra Giulia e lei prontamente li metteva nel vaso sull’armadio di fianco alla cattedra.
Mi ricordo l’uscita didattica presso le cascine di Mesero per vedere mungere il latte e poi berlo; la gita al “Parco della Preistoria” con il tipico “pranzo al sacco” e lo scambio di merendine tra noi alunni e il classico spettacolo dei burattini che veniva allestito a scuola, generalmente nel periodo di carnevale… E che dire quando alle 16.30 suonava la campanella per ritornare a casa, eravamo tutti felice perché speranzosi di tornare a scuola il giorno dopo…
Alla fine della quinta elementare c’era il temutissimo esame finale, era il nostro primo esame!
Dopo una prima parte di scritto (il mini pensierino per italiano e il problema per matematica), le maestre delle altre classi ci interrogavano su tutte le materie per poi decidere il voto con cui si veniva ammessi alle scuole medie… quale traguardo la classe 1^ media!
Nello scrivere il mio post per “Mesero da Ricordare” mi sono molto commossa nel pensare e rivivere, seppur solo con la mente, tutti gli avvenimenti, le emozioni e le sensazioni vissute. Alcune persone, come la cara maestra Giulia, non sono più tra noi ma è bello farle rivivere in questi miei ricordi…
Quando inizi la prima elementare pensi che tutto sia così lontano ma pian piano gli anni passano e ti rendi conto che sono i tuoi figli ormai a vivere le emozioni e le sensazioni che diventeranno poi ricordi da tenere stretti!!!
Silvia Garavaglia ‘79
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